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Visita alla Grotta della Dragonara a Miseno

grotta dragonara

 

Se andate a Miseno con i bambini, non c’è solo una spiaggia meravigliosa dove trascorrere una giornata tra bagni picnic e gelati, ma ci sono anche tanti tesori nascosti che affascineranno i vostri piccoli e scateneranno la loro fantasia, tra mito, storia e leggende. Uno di questi tesori è la Grotta della Dragonara, non tutti la conoscono, forse è più famosa la pizzeria adiacente. Ma, se superate i tavolini e i camerieri, potete fare un vero viaggio nel tempo.

Visita alla Grotta della Dragonara

Percorrete tutta a spiaggia di Miseno e all’estremità orientale trovate la Grotta della Dragonara, scavata nel promontorio di tufo.

Salvatore, il custode vi apre i cancelli ed entrate in una cisterna romana a pianta quadrangolare divisa in cinque navate da quattro file di piloni ricavati nel tufo e impermeabilizzato con la tecnica del coccio a pesto e tre lucernai.

Il colpo d’occhio è spettacolare. Le cisterne sono piene d’acqua (anche se ora è acqua salmastra) e la luce gialla illumina il percorso rendendo l’atmosfera magica e misteriosa

La cisterna è lunga circa 60 metri e larga  6 metri, ed è coperta da una volta a botte con tre grandi aperture.

Passeggiando su una passerella di ferro potete ammirare le gallerie laterali che si diramano e si intrecciano tra loro formando un labirinto in cui lo sguardo si perde.

La cisterna della Dragonara era stata creata dai romani per il rifornimento idrico della flotta ormeggiata nel porto di Miseno.La più famosa Piscina Mirabile sembra infatti che servisse per portare acqua alle strutture residenziali situate poco più a sud e visibili sul costone, attribuite dalla tradizione letteraria a Lucullo, ricchissimo personaggio politico del I sec. a.C., ed infine passata al demanio imperiale. È la residenza dove secondo Tacito vi morì l’Imperatore Tiberio.

Ci sono delle cisterne antiche e cisterne moderne. Sui muri, se guardate bene con la matita sanguigna ci son ole firme dei viaggiatori del Gran Tour.

Le leggende del custode Salvatore

Per visitare il sito bisogna prenotare la visita e non c’è una vera guida, ma c’è Salvatore, il vecchio custode, che durante la visita ti racconta quello che sa o ha imparato negli anni. Le sue storie sono affascinanti tanto quando la cisterna.

Le anguille nella cisterna della Dragonara

“Mio padre buttò nelle vasche tre anguille anguille per mangiare gli insetti e tenere l’acqua pulita. Noi fino agli anni ’80 abbiamo bevuto quest’acqua come acqua potabile . Ora due anguille sono morte, ma una è ancora viva e nuota qui nella cisterna più moderna”.

Il Bagno del Finocchio

L’altra leggenda che ci racconta Salvatore risale al medioevo quando il monumento era noto come “Bagno del Finocchio”. “Proprio all’ingresso della cisterna sulla destra c’è una piccola fontana, qui le donne di Miseno venivano a prendere l’acqua, ma sapeva sempre di finocchi per le abbondanti coltivazioni che lo circondavano, perciò tutti la chiamavano ‘Bagno Finocchio”.

 

Come prenotare la visita alla Grotta della Dragonara

L’ingresso alla Grotta della Dragonara è libero, ma si effettua esclusivamente su richiesta.

  • Prenotazione: obbligatoria, pa-fleg.comunicazione@beniculturali.it o al numero 0815235593.

 

Il Nome Dragonara

Ci sono varie teorie sul nome della “Dragonara”. L’etimologia deriverebbe proprio dal termine tracon, roccioso, di origine latina, che vuol dire tufo.

Ma secondo Salvatore si chiama così perchè nelle grotte anche se sussurri si snete una eco strana e i romani pensavano che fosse il verso di un drago.

 

COME ARRIVARE alla grotta della Dragonara

In auto: Tangenziale di Napoli – uscita Pozzuoli/Arco Felice direzione Bacoli.

Trasporti pubblici: Da Napoli Montesanto Linea EAV Ferrovia Cumana (fermata Fusaro o Lucrino) + autobus EAV (fermata Miseno).

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