Siete pronti ad allenare la fantasia, le emozioni, la creatività? Un vero allenamento, con schede, coach, percorsi. A Napoli nasce una palestra dove non si allenano i muscoli, ma il cuore e la testa, una palestra dove non si perde peso, ma si allena lo sguardo e l’animo. È una palestra ARTErnativa.
Siete pronti a scoprire che il mondo che ci circonda è bellissimo, incredibile e diverso per ciascuno di noi? E soprattutto siete pronti a insegnarlo ai vostri bambini?
A Napoli c’è una palestra dedicata all’arte, dove, tra percorsi e progetti, i più piccoli si “allenano” a vedere il mondo con occhi diversi, per poi provare a cambiarlo, utilizzando come attrezzi le vite degli artisti e i loro occhi aperti sulla vita.

Tutto nasce da un’idea di Rosa Rongone, ART-trainer, che si è formata tra Napoli e Roma, tra liceo artistico, teatro, musica e facoltà di Lettere.
Ha iniziato la sua attività chiedendo ospitalità a due belle realtà di Napoli: il “Mondo incantato” di Laura di Bello e poi “Lanovecento” libreria di Pozzuoli. Quest’ultima in particolare le ha permesso di crescere nelle sue finalità trovando terreno molto fertile nella sensibilità dei suoi proprietari, Elena Vellusi e Alfredo Di Meo. Dopo quasi sette anni dall’inizio del suo progetto, ha finalmente aperto uno spazio tutto suo, la sua Palestra ARTErnativa. Si trova in via Plinio 17, nel cuore di Bagnoli.
Abbiamo incontrato Rosa Rongone e le abbiamo chiesto qualche anticipazione e cosa accadrà nella sua colorata palestra.
Rosa, chi è un ART-trainer?
Avete presente il personal trainer nelle palestre tradizionali? Beh, non è tanto diverso. Quanto ti alleni lo fai per raggiungere un obiettivo. E così come nello sport, anche nell’arte hai bisogno di tempo. L’ART-trainer allena alla creatività, all’immaginazione, alla sperimentazione, alla curiosità, alla coscienza di sé, alla scoperta dell’altro, alle emozioni, alla espressività.
Un’altra caratteristica comune tra il personal trainer e l’ART-trainer è la capacità di creare un legame con la persona che allena, in questo caso i bambini.
Incontro dopo incontro, dipinto dopo dipinto, il coach e l’allievo entrano in sintonia. Questo legame porta alla crescita a livello muscolare… e, nel nostro caso, a livello artistico. Si lavora in gruppo, ma essendo un “personal” si sviluppa molto anche l’individualità. L’ART-trainer deve essere sempre attento al singolo bambino, con la sua specifica storia.
Da che età è consigliata la Palestra ARTErnativa?
L’età più adatta per iniziare questo tipo di percorso è 4 anni. Prima di questa età penso sia più giusto che il bambino esplori – senza influenze esterne – il proprio tratto creativo ed emotivo. Prima dei quattro anni bisogna lasciare campo libero alla creatività sfrenata e incosciente.
Proprio perché è importante arrivare allo sviluppo della propria individualità, che è la massima espressione dell’arte, iniziare da piccoli aiuta a crescere forti della propria personalità. Ma si può iniziare anche da grandi: il percorso può avere inizio a qualsiasi età, ma è chiaro che una cosa è incontrare una personalità già sviluppata, un’altra è incontrare un foglio appena abbozzato.
Gli incontri dai 6 ai 12 anni li chiamo “Allenamenti di arte e libertà espressiva”, quelli per i 4-5 anni “Percorsi di avviamento alla bellezza”.
La suddivisione per età prevede un approccio differente, un diverso tipo di racconto e una diversa finalità.
Le fasce d’età suggerite per raggruppare i bambini sono:
- 4-5 anni
- 6 anni
- 7-8 anni
- 9-10 anni
- scuole medie
Basta un incontro alla Palestra ARTErnativa?
Un incontro serve per esplorare. Ma partecipare ad un incontro d’arte non può essere il divertimento di una volta. Il metodo, così come è proposto, prevede la partecipazione a più incontri, proprio come un allenamento sportivo: un singolo allenamento non serve a nulla.
Ma quindi è faticoso?
Assolutamente no. È divertentissimo ed emozionante.
Come in ogni allenamento c’è un obiettivo. Qual è il tuo obiettivo?
L’obiettivo da raggiungere, per me, è la vincere l’omologazione. Io mi alleno e alleno i bambini a tirare fuori le individualità inespresse, a non seguire la massa.
Con quali artisti lavori e fai lavorare i tuoi allievi?
Tutti quelli che hanno per me una favola da raccontare, con la sua morale. Ci sono artisti che hanno fatto della loro debolezza un punto di forza, come Matisse, per citare un nome famoso, oppure Bramblitt, un artista ancora vivente, divenuto cieco a 30 anni e che da questa disabilità ha imparato a “sentire” la vita… Oppure scelgo artisti che hanno trovato la luce nel buio, come Caravaggio o Van Gogh, o ancora chi è felice quanto più dipinge forme grosse (non grasse!) come Botero. Oltre cinquanta artisti, con la loro esperienza e la loro favola da raccontare e tramandare…

In pillole ci dai l’esempio di un allenamento?
Allora, partiamo dall’abbigliamento. Come in una normale palestra sarà importante vestirsi comodi e con una tuta “da gioco”, in modo tale da sentirsi liberi di imbrattarsi come un quadro. Il bambino non deve avere l’ansia che “se si sporca mamma si arrabbia”. Nello sport si usa dire che se non si suda significa che non si è lavorato, stessa cosa dico ai bambini: se non vi sporcate almeno un po’ significa che non vi siete lasciati andare.
Una volta entrati in palestra il bambino inizia un percorso attentamente studiato in base alla sua età. Si conosce l’artista scelto per quell’incontro attraverso un racconto, domande stimolanti, osservazioni approfondite, giochi, riferimenti ad altri ambiti… Più si è piccoli più si lavora sulle esplorazioni e su momenti di gioco o canto, più si è grandi più si può arrivare a toccare filosofia e letteratura (quando parlo di Espressionismo ai bambini dai 9 anni, affrontiamo, ad esempio, il testo “Davanti alla legge” di Kafka, mettendolo in scena). Ovviamente alle spalle c’è un grande lavoro di studio, da parte mia, degli artisti, attraverso interviste, critiche, visione di filmati dove sono all’opera. Insomma… mi alleno tanto anche io!
I genitori possono essere presenti?
No. Si possono fare foto e video per documentare l’esperienza, ma il bambino si deve sentire libero. Ma c’è una bella novità, a settembre ci saranno anche corsi per adulti, perciò i genitori potranno partecipare e mettersi alla prova proprio come i loro bimbi.
In una palestra ci sono gli attrezzi come i pesi, le macchine per gli addominali… le cyclette, nella tua palestra che attrezzi ci sono?
Quasi tutto è realizzato da me, con l’aiuto di mio padre e di mia madre. Siamo una squadra: io dipingo e creo, mio padre lavora e taglia il legno e mia madre è una bravissima sarta: ha realizzato ad esempio i cuscini, gli schienali e il vestito ispirato all’artista che ho scelto per l’inaugurazione… Ma sono fortunata! In famiglia ho anche mio suocero e mio cognato che hanno realizzato l’impianto di luci, mia suocera che ha creato dei quadretti ispirati a opere di artisti astratti che le ho mostrato (come Robert Delaunay). E ovviamente troverete colori, pennelli, tavoli da lavoro, oggetti da ricreare, tappetini, e tutto quanto possa servire ad allenarsi!
Chi viene nella tua palestra dell’arte che allenamento deve seguire?
Bambini e adulti nella mia palestra si allenano ad essere veri, a mettersi a nudo, a stare con gli altri. E’ una palestra d’arte, ma uso anche tanto la letteratura, la musica, la storia, l’attualità. Noi ci alleniamo a cambiare il mondo, immaginandolo diverso. Ci alleniamo stando insieme agli altri, come una squadra in cui ognuno può dare all’altro il proprio contributo: nella Palestra Arternativa il sostegno di tutti è necessario.
I corsi della palestra Arternativa a Bagnoli
Gli allenamenti d’ARTE e libertà espressiva hanno una cadenza mensile da settembre a maggio.
Il mese di giugno è dedicato al campo estivo artistico per bambini e ragazzi.
Per gli allenamenti divisi per fasce d’età: pagina Facebook della Palestra